1885
1930
Le Nostre Origini
La storia di Bianchi è parallela a quella dell’Italia che ha pedalato e pedala le biciclette dall’inconfondibile celeste. Edoardo Bianchi iniziò a lavorare da giovanissimo e nel 1885, appena ventenne, aprì la sua prima officina.
IL PRIMO NEGOZIO E LABORATORIO
I locali che prese in affitto in via Nirone erano a due passi dal centro di Milano. Vendeva velocipedi ma anche “istrumenti di chirurgia” in quella che l’insegna annunciava essere un’Officina Meccanica, perché le bici erano solo una parte degli oggetti che vi si trovavano dentro. Nel secolo che finiva iniziavano le prime sfide di velocipedi. E Bianchi era già protagonista. Nel 1899 arriva la prima vittoria internazionale di una bicicletta Bianchi: in sella, sotto al traguardo del Grand Prix de Paris, c’era Gian Fernando Tommaselli. Quel primo vincitore sarebbe diventato anche il primo amministratore delegato di Bianchi, come ad annunciare un rapporto già stretto con il mondo delle corse che entrava a far parte della storia di Bianchi.
GIAN FERNANDO TOMMASELLI
Edoardo Bianchi non smetteva di pedalare e spingeva sempre più forte, tanto che era già al secondo trasloco perché le esigenze di spazio crescevano sempre più come le richieste delle biciclette. Per alcuni era necessità, per altri sport, per Edoardo Bianchi il mondo del ciclismo era passione e anche curiosità nella meccanica e nel 1897 sperimentò pure un mezzo con motore a scoppio. Scelta azzeccata e lungimirante: i mezzi a motore con il nostro marchio sarebbero stati prodotti fino agli anni Sessanta.
La passione si propagava e Bianchi era già un nome riconosciuto che scalava salite e società. Anche il re e la regina d’Italia erano incuriositi da questo mezzo a pedali che sembrava portare così lontano senza troppo sforzo. Si appassionarono velocemente e a metterli in sella fu proprio Edoardo Bianchi che li seguiva personalmente nelle prime pedalate. Il suo sforzo venne ben ripagato visto che Bianchi diventò “fornitore della Real Casa”. Il marchio cresceva sempre di più, tanto che nel 1907 la crisi economica non impedì la nascita della società per azioni denominata Società Anonima Edoardo Bianchi che arrivava così a 400 dipendenti. Bianchi aveva visto trasformare e contribuito a sviluppare la bicicletta. Quel primo modello, costruito con la ruota grande sull’anteriore, si copriva della polvere portata dal vento del nuovo secolo, soffiato da innovazione e ricerca tecnologica.
STABILIMENTO IN VIALE ABRUZZI, MILANO
Nel silenzio buio della Grande Guerra che arrivava, Bianchi diventava sinonimo di efficienza meccanica e velocità. Il nome, già forte, arrivò a essere fornitore, praticamente unico, dei Bersaglieri, simbolo di rapidità per antonomasia. Quelle realizzate per i militari del 1915 erano biciclette dal concetto avveniristico; Bianchi aveva già inventato la biammortizzata, settore in cui sarebbe stata leader anche un bel po’ di anni dopo. Allora cercavano solo un po’ di comodità per sopportare gli spostamenti con gli enormi carichi che i soldati erano costretti a trasportare ma il sistema, nonostante i materiali pesanti, era già altamente innovativo.
LA PRIMA MTB FULL-SUSPENSION
In quei primi anni del secolo nacque anche il colore che avrebbe caratterizzato le biciclette: il Celeste Bianchi che pure sarebbe cambiato leggermente di tonalità nel tempo, diventando più chiaro e avvicinandosi al verde, ma senza perdere il suo nome forte come un marchio.
1940
1950
Fausto Coppi
Bianchi riesce a superare le difficoltà della Seconda Guerra Mondiale e la scomparsa di Gian Fernando Tommaselli, mancato nel 1944. Due anni dopo le redini dell’azienda saranno prese, alla morte di Edoardo Bianchi, dal figlio Giuseppe.
Fausto Coppi
Proprio come un ciclista, anche Bianchi tira fuori il meglio di sé nei momenti più difficili. La leggenda di Fausto Coppi, già conosciuto come ottimo ciclista, esplode con la maglia bianco celeste della Bianchi. La vittoria del primo Giro d’Italia nel 1947 e poi il Tour de France nel 1949 ne fanno storia da consegnare al racconto più bello dell’Italia.
1960
1980
La Crescita
Insieme a Coppi si trasforma la Bianchi, cambia l’Italia e cambia pure il ciclismo. Arrivano le sponsorizzazioni e il marchio celeste diventa talmente forte nel ciclismo da riuscire anche ad attutire il colpo del declino del reparto motoristico. Il mondo si avvia verso gli anni Settanta e la crisi petrolifera, Bianchi apre lo stabilimento di Treviglio, a Bergamo, con i suoi 75.000 m2.
Felice Gimondi
L’industria Bianchi si evolve, con passaggi di proprietà che si susseguono. Nel 1972 l’azienda viene acquistata dal commendator Angelo Trapletti e dai suoi fratelli. Nel 1973 il potenziale produttivo è enorme e la maglia iridata di Felice Gimondi diventa icona dell’Italia che non si arrende mai e riesce a trovare la vittoria con forza e dedizione, non solo nel ciclismo. Nel 1991, la Piaggio ne acquisisce tutte le quote affiancandola ad altri marchi.
1990
2000
Pantani
Gli anni Novanta del ventesimo secolo vedono un’altra esplosione delle due ruote, grazie al fenomeno della mountain bike che Bianchi saprà seguire e cavalcare vincendo anche il Mondiale di Downhill con Bruno Zanchi nel 1991.
Bianchi è pronta a crescere ancora. Questa volta lo scatto vincente in salita si chiama Salvatore Grimaldi che, nel 1997, con la sua Cycleurope rileva il marchio e lo proietta nell’olimpo dei “top brand” fondendo la storia con la ricerca tecnologica più evoluta.
Salvatore Grimaldi
In sella ad una bicicletta leggerissima in alluminio, Marco Pantani getta via la sua bandana e infila Giro d’Italia e Tour de France in un colpo solo. È il 1998 e il ciclismo, non solo in Italia, impazzisce per il Pirata.
Marco Pantani
2000
Oggi
L'evoluzione
Qualche anno dopo il brand si rafforzerà ulteriormente: si rivedrà in gruppo anche la leggendaria maglia bianco-celeste con la scritta Bianchi. È indossata da Jan Ullrich e dal suo team, dove l’azienda è sponsor unico. Ciclismo e storia: gli anziani ricordano, i giovani sognano. Nel 2004 Julien Absalon è medaglia d’oro nella mountain bike alle Olimpiadi, in sella a una bicicletta Bianchi.
JULIEN ABSALON
Il Celeste Bianchi diventa sinonimo di vittorie e di stile. Nella tecnologia che si evolve sempre più rapidamente l’azienda piazza colpi precisi che vanno a segno, tecnologie uniche e irripetibili che rendono il marchio superlativo. Nel 2010 Bianchi pone un tassello importante nel mondo del ciclismo con una bicicletta che esalta l’aerodinamica e sfrutta la rigidità e la leggerezza della fibra di carbonio in un design di grande successo: nasce la prima Oltre.
Nell’altissimo di gamma l’innovazione Bianchi non si ferma più. L’arrivo della Infinito CV, nel 2013, è una grande rivoluzione: per la prima volta nel ciclismo viene impiegata la tecnologia Countervail®, una fibra di carbonio brevettata e sviluppata per la NASA in campo aerospaziale. La resina viscoelastica integrata nel composito, infatti, è in grado di cancellare le vibrazioni fino all’80%. Rappresenta una vera rivoluzione di cui Bianchi dispone in esclusiva e che verrà utilizzata anche nella ultraleggera Specialissima, introdotta nel 2015.
LARS BOOM – TOUR DE FRANCE 2014
Intanto, sempre nel 2015, Bianchi vince il campionato del Mondo Under 23 nel Cross Country, in mountain bike. Settore in cui Bianchi investe sempre di più, fino ad arrivare alla Methanol CV del 2016 cui si affiancano negli anni, sempre con la tecnologia Countervail®, nuovi modelli strada e MTB.
BIANCHI CAFÉ & CYCLES STOCCOLMA
La bicicletta intanto diventa stile di vita, guarda alla sua storia e Bianchi ne è naturale interprete dall’alto dei suoi oltre 130 anni di vita. C’è voglia di bicicletta anche nella vita quotidiana e la nascita del primo Bianchi Café & Cycles a Stoccolma, poi a Milano, Tokyo e Guadalajara, porta Bianchi nell’eleganza di un gusto raffinato. Il futuro ci attende e l’evoluzione di Bianchi è ben definita ma ancora da scrivere. A portarci avanti, infatti, saranno la nostra passione ed una costante ricerca tecnologica.